Non solo danni alla vista a causa del glaucoma, ma anche rischi di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica e la malattia di Parkinson.
A sottolineare i pericoli di questa patologia ‘subdola’ Paolo Frezzotti e Nicola De Stefano, dell’università di Siena, che hanno presentato a Roma alla Biblioteca del Senato ‘Giovanni Spadolini’ i risultati della ricerca ‘Glaucoma e neurodegenerazione. Una frontiera da esplorare’, finanziata dall’Irifor per far luce sugli aspetti clinici e terapeutici legati al glaucoma, con una particolare attenzione agli aspetti neurodegenerativi.
“Il glaucoma è una patologia subdola, del tutto asintomatica nella fase iniziale, che prevede l’assoluta irreparabilità del danno e la pressione intraoculare come principale fattore di rischio”, sottolinea Paolo Frezzotti. “La definizione stessa di glaucoma oggi – continua – si basa su un concetto di neurodegenerazione a carico delle cellule ganglionari-retiniche indipendente da un valore di pressione intraoculare, tanto è vero che il glaucoma può progredire anche nel caso in cui la pressione oculare sia a valori ritenuti fisiologici. Capire a quale livello sia presente questa neurodegenerazione rappresenta una sfida per chi cerca di indagare i meccanismi eziopatogenetici di questa malattia”.
De Stefano ha illustrato i risultati della ricerca che in qualche modo associano i meccanismi che portano alla malattia glaucomatosa con altre malattie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica e la malattia di Parkinson. Le risonanze magnetiche effettuate hanno dimostrato che non solo le vie ottiche, ma anche quelle collegate, sono coinvolte nel processo neurodegenerativo, in particolare sono risultati evidenti alcuni danneggiamenti alla zona preposta alla memoria visiva.
I risultati della ricerca verranno pubblicati a breve dalla rivista scientifica ‘Human Brain Mapping’. “Come Irifor e come Unione riteniamo fondamentale diventare soggetto di stimolo e promozione della ricerca scientifica, provando anche a recuperare quei fondi pubblici e privati che vanno in questa direzione”, ha spiegato Mario Barbuto, presidente nazionale dell’Irifor e dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti.
“Abbiamo voluto organizzare questo convegno alla biblioteca del Senato – dichiara Massimo Vita, consigliere nazionale Irifor – per dare importanza ad un metodo, quello del lavoro di squadra, e per rimarcare ancora una volta, ammesso che ce ne fosse bisogno, che chiunque voglia lavorare con le persone con disabilità visiva non può prescindere dal confronto con l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, perché sulle nostre spalle ci sono 100 anni di storia e di impegno e tutela a favore delle persone, non solo di quelle cieche e ipovedenti”.